domenica 12 gennaio 2014

come quando fuori piove

In Valtellina pioveva nei giorni dopo capodanno. Pioveva tanto. Nella casa che ci ospitava c'erano però libri, tanti libri. Romanzi, saggi storici e politici, scritti di femminismo, storia del jazz, storia locale, fotografia. Una casa-biblioteca di lettori onnivori con una spiccata propensione catalogatoria da archivisti. Un marchio generazionale: quello dei baby-boomer iniziati e conquistati definitivamente alla lettura (o, almeno, all'acquisto di libri, se poi li abbiano letti veramente tutti non so) nelle spirali della cultura militante dei movimenti post-68.



In un angolo della grande sala troneggiava poi una piccola libreria. Era là che vivevano i fumetti.
Pochi, certo, rispetto alla massa di libri presenti nella casa. Come si dice, però: pochi ma buoni. Corto Maltese (la rivista), Nathan Never (gli epici albi giganti scritti da Antonio Serra), Ken Parker, Comic Art...


E anche la  raccolta in volumi di una variopinta rivista che non conoscevo. C'è voluto poco per capire che era una signora rivista: nel primo numero facevano bella mostra Lo sconosciuto di Magnus, Rapsodia Ungherese di Giardino, Manara e i racconti surreal-mitologici di Panebarco (Big Sleeping e gli spermatozoi radiottivi di Apollo: geniale). Una rivista dichiaratamente sghemba, che tra rubriche un po' improbabili e interviste impossibili (ad esempio quella di Magnus in Marocco!) dava voce ad un fumetto italiano sì d'autore ma sempre accessibile. Senza mai rinunciare ad un un minimo sindacale di avventura.


Orient Express (il titolo stesso a suo modo un manifesto) era una creatura di Luigi Bernardi, scrittore ed editore di riviste e libri (a fumetti e non). Un operatore di cultura originale e indipendente che ha contribuito non poco alle vicende dell'editoria popolare (per quel che vale l'uso di questo aggettivo) italiana. Ieri mattina a ricordarlo alla biblioteca di Ozzano dell'Emilia (dove era nato) c'erano anche lo scrittore sardo Marcello Fois e Vittorio Giardino, a testimonianza della vastità (e profondità) degli autori che Bernardi ha scoperto, aiutato e coltivato negli anni.


Oggi che riviste per crescere non ce ne sono più e l'editoria brucia veloce le sue carte.

PS il nuovo numero di Scuola di Fumetto ospita un ricordo di Luigi Bernardi scritto da Laura Scarpa, che poco tempo fa ha postato anche una bella intervista al nostro che merita più di una lettura (qui).

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