sabato 22 marzo 2014

la rosa in libreria (tradizionale, espansa ed on-line)

è con grande felicità che annunciamo l'avvistamento de La rosa sepolta anche tra gli scaffali delle librerie, nel senso che da qualche settimana non siamo più distribuiti esclusivamente nel canale delle fumetterie.
per le librerie il distrubutore è messaggerie italiane che lavora con librai tradizionali, grandi rivenditori (come feltrinelli o mondadori) e librerie on line (ibs, amazon e compagnia cantante).
e se nella vostra libreria di fiducia non ci tengono ancora, potete chiedere di ordinarne una copia (o anche più d'una).

giovedì 20 marzo 2014

Urca!

Il punto, ne La rosa sepolta, è la ricostruzione di un clima storico preciso, di dinamiche sociali (tristemente) verosimili, ma senza il didascalismo giornalistico dei dettagli di cronaca. Il libro è la storia di un desiderio di riscatto dalle macerie post-guerra, un’indagine psicologica su alcuni conflitti interiori, e un’esplorazione attenta dell’evolversi – vitale, difficile, drammatico – di una relazione d’amore minata dalla consapevolezza delle (proprie e altrui) responsabilità.
Matteo Stefanelli studia, ricerca, insegna: è storico e critico di quella forma peculiare di narrazione disegnata che in Italia chiamiamo fumetto, in Francia bd, in USA comics e che in Giappone chiamano manga. Insomma, disegnini e parole disposte sulla tavola. Ha fondato e dirige Fumettologica, nata da poco tempo ma diventata in breve la più importante rivista on line italiana di fumetto.
In un editoriale su Fumettologica ha scritto della rosa, partendo dalle bizzarrie e i limiti di una storia come la nostra, nata per gioco e con mezzi incerti ma portata avanti con grande fiducia verso la forza del narrare, in generale, e del narrare a fumetti, in particolare.
Bhe, la sua recensione si conculde così:
Non intendo dire che La rosa sepolta mi abbia emozionato come Unastoria di Gipi. Ma negli ultimi 3-4 mesi, pochi altri fumetti mi sono parsi sinceramente emozionanti come questi due, diversissimi lavori.
Avete letto bene: la rosa accostata in un confronto emotivo con l'ultimo di Gipi.
 "You've made my day" diremmo se fossimo inglesi. Ma non essendolo, e con più enfasi e sintesi, diciamo così: "Urca!".

è la stampa, bellezza!

Repubblica-Milano ha dedicato alla rosa una galleria fotografica che potete guardare qui.
Mentre su PQ Editor ci sono ben due interviste agli autori della rosa, cioè noi. Nella prima spieghiamo la genesi e i connotati della storia, nella seconda rispondiamo ad un po' di domande *esclusive* (!), regalando perle come questa:
Ci piace raccontare storie che ci appassionino, abitate da personaggi – buoni o cattivi che siano – con i quali siamo in grado di stabilire uno scambio, per conoscerli a fondo, affezionandoci a loro. Per queste abbiamo bisogno di tempi narrativi lunghi, sia nella gestazione delle storie sia nel tempo del racconto.
Speriamo non siano troppo lunghi però 'sti tempi di gestazione, se no campa cavallo...(già, qui si lavora a qualcosa di nuovo).